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Uno dei più importanti poeti francesi del '900, Grand Prix de poésie de l'Académie Française nel 1970, laico e agnostico, rimane folgorato da una figura, per molti aspetti opposta, come quella del santo Curato di Ars, noto per le sue difficoltà negli studi e i conseguenti dubbi dei superiori se ammetterlo o no all'ordinazione sacerdotale. Perché? Forse attratto proprio dall'opposto di sé, Jean Follain, da laico e agnostico quale si dichiarava, rimane affascinato e scrive questo libretto, pieno di meraviglia e di leggerezza, colpito da quella semplicità disarmante del curato d'Ars che fece confondere i sapienti e illuminò la vita civile del suo tempo.