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Ricorre quest'anno il centenario della nascita di Paolo VI. Secondogenito di Giorgio Montini e Giuditta Alghisi, una famiglia bresciana di buona borghesia e di solide tradizioni cattoliche, il giovane si orientò ben presto alla vita ecclesiastica. Ordinato sacerdote nel 1920, fu inviato a Roma per completare gli studi. Si iscrisse a lettere e filosofia, ma ben presto fu chiamato alla diplomazia vaticana. Vi doveva restare per trent'anni con incarichi di grande responsabilità in un'epoca di travaglio. L'esile figura del sostituto, tuttavia, non tralascia la cura d'anime e l'attenzione alla società: è vicino ai giovani dell'Azione Cattolica, segue le vicende della ricostruzione in Italia. Nel 1954 avviene la grande svolta: nominato arcivescovo di Milano, Montini rivela insospettate doti di pastore e, dopo il breve pontificato di Giovanni XXIII, è pronto per succedergli sulla cattedra di Pietro. Papa del concilio, Paolo VI è stato anche definito papa della modernità per la sua capacità di percepire i problemi contemporanei e di cercare una risposta non distaccata. Antonio Acerbi ripercorre da storico le diverse tappe della vita del pontefice, ma questo non gli impedisce di interrogarsi sulla sua santità. Un'opera di storia, che è un omaggio al pontefice nel centenario della nascita, un riconoscimento del suo servizio alla Chiesa e al mondo.