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Tre testi, tre azzardi, tre opere in versi intorno alle figure di Tommaso, Paolo e Michelangelo. Opere da dire, da offrire a voce alta, tra le labbra ferite e desideranti della vita. La poesia qui ancora una volta tenta l'impossibile. La grazia, l'inquietudine del dubbio visto dal lato dell'amore, e il genio: i fuochi di questi tre giganti muovono una parola che brucia e, musaica, comunica. Affacciandosi al suo possibile fallimento la poesia qui conosce l'unica sua plausibile necessità e la forza di divenire evento comune, teatro popolare, momento di condivisione. Le parole immaginarie di Tommaso che prima di morire ricorda la sua storia. Paolo visto arrivare in treno in una Roma attuale. E Michelangelo che fissa l'ultima sua opera. A questo genere di visioni deve arrivare la poesia, anche contemporanea, per mettersi alla prova. E per poter parlare al cuore inquieto di dramma e ricerca degli uomini di oggi e di domani.