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Questo libro nasce per ricordare il quarantennale della morte di Pietro Piovani che, come il suo maestro Giuseppe Capograssi, non amava molto le "urgenze degli anniversari". «So di venir meno a questo modello che si ispirava al motto senechiano Quid enim turpius philosophia captante clamores? Piovani non amava i rituali celebrativi e aborriva il "vistoso". E tuttavia, pur sapendo di contravvenire a questo stile di vita e di pensiero, ho deciso di dedicare queste pagine alla sua memoria. Non si tratta di recriminare sulla mancanza di visibilità o di valutazione anche critica delle opere dei due filosofi, ma soltanto segnalare ciò che senza esitazione definirei voluta "ignoranza storiografica" che si traduce in una colpevole damnatio memoriae. Anche per questo ho voluto raccogliere in volume i saggi che nel corso degli anni ho dedicato a Piovani e al suo maestro Capograssi, lasciandoli nella loro versione originale».