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Follia e utopia non sono due difettive contingenze dell'uomo, ma momenti costitutivi di una fisiologia dell'umano, ciò che conferisce spessore, profondità e ampiezza al gioco della vita. La loro contaminazione con altri ingredienti dello spirito, quali l'ironia e il riso, all'interno della specifica congiuntura storica del Rinascimento letterario europeo, è l'oggetto delle riflessioni di questo lavoro. Erasmo e Moro, Rabelais, Montaigne e Cervantes sono gli autori qui chiamati a testimoniare di questo percorso di ricerca. Essi rappresentano grandezze esemplari per un confronto/approfondimento delle categorie della «follia» e dell'«utopia», metafore centrali del nostro universo culturale, ricche di fascino, ma soprattutto decisive per alimentare e allargare l'orizzonte dello spirito, testimonianze autorevoli peraltro di quel passaggio al limite verso la modernità con i suoi effetti di spaesamento, ma anche con gli annessi tentativi di superarne le incertezze e di attivarsi per la comprensione delle nuove prospettive che si aprivano.