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Tra il secondo dopoguerra e il miracolo economico il cinema era in Italia (come negli altri Paesi occidentali) agente di storia, riusciva a modificare, come scriveva Giaime Pintor, «la storia e la geografia dei nostri cervelli», a influenzare cioè il modo di vedere e percepire il mondo e di conseguenza anche il passato. Un film storico inoltre racconta avvenimenti più o meno lontani e, contemporaneamente, ci parla del tempo in cui viene girato, risentendo del clima culturale e politico. Muovendosi all'interno di questa fitta ragnatela di interrelazioni tra spettatore, film e realtà circostante, il volume affronta il modo con cui il cinema di quegli anni costituì per gli italiani un fattore fondamentale per la ricostruzione "emozionale" del loro passato, in particolare dei due momenti fondativi della nostra nazione, il Risorgimento e la Resistenza.