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Una lettura mediologica di Kafka su diversi piani: l'orientamento rispetto al cinema e al teatro; le strutture della narrazione che reagiscono al tempo simultaneo dei media elettrici; il germinare delle metafore nella lacerante metamorfosi del soggetto in un ambiente straniato; lo sdoppiamento, l'imbestiamento, la sofferente e soffocante riconfigurazione del corpo e dello spazio nel flusso sensoriale della metropoli. Una scrittura incisa sulla carne, il racconto della frammentazione, della scoperta e dell'oppressione di un nuovo potere che si rivela: il dominio mediale, pervasivo nella sua mutevolezza. I contributi sono di Donatella Capaldi, Paola Bertolone, Alessio Ceccherelli, Fabio Di Pietro, Emiliano Ilardi, Fabio Tarzia e Giovanni Ragone.