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Argomento del saggio è la proteica scrittura di Giorgio Manganelli. Nel corso dei capitoli, l'autrice mette in luce la particolareggiata descrizione della vicenda artistica dello scrittore, attraverso una fitta raccolta di documenti (libri, articoli, interviste, aneddoti, ecc.), cui fa riscontro la frequentazione dei libri più amati, come lo Zibaldone leopardiano o la Commedia dantesca, oltre al dettagliato excursus sul suo rapporto con gli intellettuali del gruppo '63, di cui fu uno dei fondatori. Nella seconda parte dell'opera vengono descritti e analizzati i rapporti che Manganelli intrattenne con i maggiori scrittori italiani e stranieri del suo tempo (Italo Calvino, Carlo Emilio Gadda, Roland Barthes), ponendo in luce similitudini e peculiarità delle sue opinioni all'interno del dibattito culturale della seconda metà del novecento: in evidenza la grande verve di polemista, l'ironia corrosiva, Yengagement lucido e risentito, il sarcasmo con cui il grande scrittore farsescamente smaschera, volta per volta, grazie all'attività di corsivista, alcuni dei preoccupanti fenomeni di degrado socio-culturale che hanno caratterizzato l'inizio dell'epoca in cui ancor oggi viviamo.