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Visionaria assorta nell'immaginazione o enigmatica sognatrice di universi fantastici: la figura e l'opera di Anna Maria Ortese sono sembrate a molti sospese nella penombra misteriosa del ricordo e dell'apparizione. Eppure tra le tessere disperse della sua attività giornalistica, attraverso uno scandaglio viscerale della realtà contemporanea, si compone una testimonianza militante e risentita, frutto di una sensibilità esacerbata e sostenuta dagli appigli di un'ideologia rigorosa e inattuale. Il saggio dell'autore ricostruisce i percorsi che conducono l'autrice alla denuncia intransigente dei mali che sconvolgono la società borghese, condannata al disfacimento e all'omologazione dai miti pervertitori del progresso e della modernità.