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Il volume presenta la traduzione di due saggi del sociologo tedesco Georg Simmel scritti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento: Sull'avarizia, lo spreco, la povertà (1899) e Il Povero (1908). Simmel è da annoverarsi tra i classici della sociologia e questi due lavori sono antesignani di un'attenzione specifica e originale al tema della povertà sotto il profilo relazionale, che prelude a tutta una serie di studi successivi. A quanto precede l'approccio simmeliano, il punto di vista 'positivistico' di pieno Ottocento, e a quanto lo segue è dedicata l'Introduzione alle due traduzioni. Essa segue il declinarsi degli interessi per la povertà nei due grandi approcci novecenteschi, quello 'culturalista' e quello 'strutturale', sino a dispiegare il discorso nel rinnovato approccio relazionale che, prendendo le mosse sia da Simmel che da motivi teorici della sociologia weberiana e goffmaniana (il concetto di 'stigma'), si ritrova in David Matza e in Serge Paugam, esponente del costruzionismo sociale. Seguono poi considerazioni sull'approccio di Zygmunt Bauman, Achille Ardigò, sull'approccio delle 'capacità' di Amartya Sen e Martha Nussbaum e infine sulle attuali teorie 'dinamiche', improntate al concetto di 'agency' elaborato da Margaret Archer.