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Nel 2012 presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca gli autori hanno promosso un'innovativa sperimentazione didattica, ideata nel confronto con altri colleghi sulle opportunità e le condizioni del dialogo fra le discipline. Nel corso di due lezioni congiunte hanno analizzato, secondo i rispettivi punti di vista, la testimonianza risalente al 1499 di un gioco di guerra fra bambini, svoltosi entro una ricca cornice rituale e degenerato in una rissa fra adulti. Per lo storico è stata l'occasione di riconsiderare le pratiche di mobilitazione militare collettiva in una comunità di frontiera ancora vive in un'età nota soprattutto per lo sviluppo degli eserciti professionali, il comportamento aggressivo e il conflitto cerimoniale nel tardo medioevo, dal Carnevale ad altre occasioni festive. Alla pedagogista ha offerto l'opportunità per riflettere sui labili confini dell'esperienza ludica e per provocare il senso comune, ma anche la propria tradizione disciplinare, a proposito della violenza oggi negata nella scuola e in famiglia, per questo tanto più a rischio di riemergere pervertita nella vita del bambino. Ne è nato un originale libro rivolto a tutti coloro che sono interessati ad esplorare inaspettate valenze educative, sociali e simboliche del gioco, della violenza e del rito nel presente e nel passato.