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Il tema del governo del feudo moderno nel Mezzogiorno è stato poco indagato nei suoi risvolti concreti. Il volume, diviso in due parti, ricostruisce nella prima i quadri ambientali, la geografia feudale, i redditi dei signori di Calabria Citra tra il 1650 e il 1800. Nella seconda, a partire dalle vicende di alcune famiglie nobili della provincia: Serra, Firrao, Pignatelli, esamina le relazioni tra baroni e vassalli, le scelte economico-amministrative, l'esercizio della giustizia negli stati feudali. È così possibile sfumare, almeno per i casi considerati, il tradizionale giudizio storiografico sull'assenteismo e l'inerzia del baronaggio. Attraverso l'uso di una documentazione inedita emerge la fisionomia di un ceto che tra capitale e provincia non rinuncia, ancora nel Settecento, alla difesa delle proprie prerogative. La narrazione, con un approccio micro-storico, consente di cogliere la dimensione territoriale del governo del feudo andando oltre gli assunti della coeva letteratura giuridica, in un continuo confronto tra aspirazioni e progetti dei titolari di giurisdizione ed effettive pratiche di governo locale.