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Bilanci partecipativi, giurie di cittadini, sondaggi deliberativi, town meeting sono solo alcuni esempi di nuovi strumenti per la partecipazione politica che si sono ampiamente diffusi nel corso degli ultimi venti anni in molte democrazie occidentali, caratterizzate dall'indebolimento degli istituti rappresentativi e da un'ondata di politiche neoliberiste. La tesi sostenuta nel libro è che la partecipazione si sia diffusa - diversamente da quanto affermato in molta letteratura recente, che ne enfatizza invece le potenzialità di democratizzazione dei processi decisionali - per la sua capacità di contribuire, insieme a tanti altri fattori, alla stabilizzazione e riproduzione del neoliberismo, favorendo il contenimento dei suoi costi economici e sociali e delle sue contraddizioni politiche. Attraverso un'analisi storica e sistemica del rapporto tra le nuove forme di partecipazione e il consolidamento del processo di neoliberalizzazione delle forme e dei contenuti dell'azione pubblica - che ricostruisce non solo quando e dove la partecipazione e il neoliberismo si sono storicamente intrecciati, ma anche perché e soprattutto come tale intreccio avviene - si propongono le coordinate interpretative di una sociologia critica della partecipazione.