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Questo libro non è un elenco di buone pratiche per vivere felici senza figli e non offre nessun consiglio. Si pone, invece, come testimone di una domanda. L'autrice si interroga sule scelte di una generazione di donne, quella fra i trenta e i quarant'anni, a partire dall'esperienza di chi madre non è (non ancora, forse domani, o sicuramente mai). Una generazione che non è stata segnata da una presenza forte del movimento femminista, ma che dà per scontate opzioni impensabili solo trent'anni fa, come quella di preservare lo spazio di "una stanza tutta per sé". Che vive il precariato come condizione materiale ed esistenziale e che lotta per l'autonomia economica. Ma che allo stesso tempo avverte la pressione di un immaginario in cui la femminilità è strettamente legata al materno. Mentre svela le ambivalenze del desiderio di maternità e mentre afferma che si è donne prima che madri, il libro indaga un tipo di scelta che sembra portare il segno meno: senza figli. E che proprio per la natura negativa di quel segno appare a molti e molte, spesso anche agli occhi delle donne che la compiono, una non scelta, una scelta meno libera dell'altra. Arricchiscono il volume numerose testimoniane di donne che, con sincerità e partecipazione, raccontano la loro storia, coinvolgendo i lettori nei vari perché di una scelta libera.