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Nell'estate 1960 vennero posate, in contemporanea sugli scali dei cantieri di Genova e Trieste, le prime lamiere dei transatlantici che avrebbero portato a compimento il programma di ricostruzione della flotta dopo le pesanti devastazioni della guerra. Le turbonavi gemelle Michelangelo e Raffaello furono due nuove città ideali, forse le più belle, le più perfette, le più rappresentative della storia della cantieristica italiana. Nella frenesia di una nazione che si proiettava verso il futuro con uno slancio e un entusiasmo senza precedenti nella storia del Paese, incarnarono il sogno di grandezza, l'orgoglio nazionale da esibire all'estero. La gestazione di Michelangelo e Raffaello fu molto lunga e dal punto di vista commerciale il ritardo risultò disastroso: ormai l'aereo era divenuto il nuovo mezzo transoceanico per eccellenza, la rapidità dei mezzi di comunicazione un elemento vincente rispetto al comfort e allo stile con cui muoversi. La loro carriera durò un solo decennio; dal 1965 al 1975 esse percorsero un'epoca complessa, riflettendone i forti contrasti, le luci e le ombre che distinguono il passaggio dagli anni del boom e della fiducia quasi cieca nel futuro all'epoca cupa delle incertezze e del caos politico, sociale ed economico. Michelangelo e Raffaello furono davvero ammiraglie del paradosso, testimoniando in maniera inconsapevole la rapida evoluzione e la trasformazione della società moderna. Esse chiusero per sempre un'epoca, quella della navigazione di linea con New York, e furono il canto del cigno di un mondo e di un modo di andar per mare di cui restano soltanto degli straordinari ricordi che rivivono attraverso le pagine di questo libro, omaggio a due magnifiche "città" italiane e a quanti le abitarono.