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Il progetto della scena teatrale si configura come la traduzione spaziale di un'immagine prospettica (il bozzetto creato dallo scenografo). Questo libro propone un metodo rigoroso, ma di semplice applicazione, per la realizzazione dello spazio illusionistico delle scene, fornendo, attraverso grafici di semplice interpretazione e schemi assonometrici esemplificativi, le nozioni basilari della prospettiva lineare e delle sue applicazioni ai fini illusori in ambito teatrale. Partendo dall'evoluzione del disegno prospettico e della luce, in particolare attraverso le opere pittoriche più significative, l'autrice analizza il problema della rappresentazione degli effetti luminosi, allo scopo di riconoscere le numerose deroghe che la carica espressiva affidata alla luce talvolta impone alla corretta applicazione del procedimento geometrico. Infine come "caso applicativo" viene analizzato un allestimento scenico particolarmente emblematico. Il libro si rivolge non solo agli studenti dei corsi di Fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva, di Storia dell'arte e di Scenografia presso le Facoltà di Architettura e le Accademie di Belle Arti, ma anche agli scenografi progettisti e realizzatori.