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La storia del socialismo italiano è costellata di anomalie e paradossi. Mentre i partiti socialisti europei, in seguito alla Seconda Internazionale, avevano cessato di agire come movimenti di trasformazione rivoluzionaria della società, accettando i meccanismi della democrazia rappresentativa, il partito di Turati ebbe sempre un ruolo minoritario nel gioco parlamentare, minato al suo interno dalle tensioni fra riformisti e massimalisti. Nel secondo Novecento, mentre in Europa i partiti socialisti entravano a far parte dei governi, in Italia il Psi restava all'ombra del Pci e solo nel 1983 riusciva a designare un presidente del Consiglio. Eppure, proprio quando veniva meno una delle anomalie (nessun leader al governo) il Psi non si è rafforzato ma è paradossalmente scomparso nel giro di un decennio. È stato ucciso dall'economia della corruzione di quegli anni? Non doveva rinunciare a sfidare la Dc, sperando che la crisi del Pci avrebbe portato quell'elettorato nel suo bacino? Questioni ancora aperte e controverse, ma il fatto che l'Italia sia il solo paese europeo senza un partito socialista, incide sul funzionamento del nostro sistema politico. Riprendere questa storia, a partire da un testo apparso per la prima volta nel 1980, ha dunque per Galli un significato ben preciso: mettere alla prova la validità delle sue tesi di allora e offrire spunti di riflessione per capire i problemi e le prospettive della sinistra di oggi in un quadro economico-politico mondiale assai mutato. Il risultato è la più completa ricostruzione storico-politica del socialismo italiano dalle origini a oggi, arricchita dalla più recente bibliografia sul decennio craxiano, approfondendone le valutazioni.