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Nel rivalutare il ruolo di Cicerone nella storia del pensiero antico, i critici hanno recentemente sottolineato e apprezzato la passione con la quale egli rivendica un proprio spazio nel dibattito su uno dei principali motivi della filosofia ellenistica: la contraddizione tra la necessità del fato stoico e il libero arbitrio. Composto nel 44 a.C., all'indomani della morte di Cesare, come ultimo momento di una riflessione teologica già avviata dall'Arpinate con i dialoghi "De natura deorum" e "De divinatione", il trattato "De fato" segna inoltre il ritorno alla tecnica delle Tusculanae disputationes, con l'abulia fatalistica dei boni viri contrastata in un discorso continuo aperto alle soluzioni delle varie scuole di pensiero.