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A distanza di oltre un secolo dall'unificazione, la storia del nostro paese vede, come Mazzini aveva pronosticato, nuovamente gli italiani gli uni contro gli altri, con nord e sud separati da un accresciuto divario economico e culturale, e il progetto risorgimentale torna così ad essere oggetto di discussione. Tesi centrale di questo libro è che l'Italia voluta da Mazzini avrebbe avuto miglior fortuna se il suo sogno fosse stato sostenuto con maggiore consapevolezza e coraggio. Mazzini fu veramente un uomo solo contro tutti: contro il realismo cinico di Cavour e della dinastia sabauda, l'oscurantismo della Chiesa, l'opportunismo dei francesi, ma soprattutto contro la coscienza intorpidita e la mancanza di solidarietà degli italiani, che preferirono affidarsi all'alleanza Trono-Altare anziché trovare la forza di liberarsi da soli. Rigoroso con se stesso e con gli altri, passionale e malinconico insieme, esercitò nei confronti dei suoi contemporanei un indiscutibile fascino, e tuttavia fu calunniato, perseguitato, tradito anche dai suoi stessi compagni: solo le donne non lo tradirono mai, catturate dal suo sguardo, dalla sua voce melodiosa, dal suo coraggio, ma soprattutto dalla fragilità e dalla dolcezza che intravedevano sotto il suo atteggiamento deciso. Amato e odiato con la stessa intensità dai suoi contemporanei, spesso criticato e frainteso dagli storici, questo personaggio così anomalo trovò in Europa prima che in patria chi seppe apprezzare le sue idee profondamente originali, in anticipo sui tempi. Oggi, finalmente, il suo messaggio di fratellanza universale, di crescita morale e civile, appare più che mai attuale anche nel suo paese.