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I Racconti di Natale, scritti tra il 1843 e il 1848, e pubblicati in un unico volume nel 1852, nascono con il preciso intento dell'autore di suscitare sentimenti d'amore e benevolenza e risvegliare la coscienza dei suoi contemporanei membri di una società, quella vittoriana, ricca di contraddizioni: alla floridezza economica e alla crescita commerciale si contrappongono, infatti, l'involuzione sociale e la disgregazione dei valori umani e civili. In uno straordinario spettacolo narrativo affollato di fantasmi, fate e folletti, l'autore fa emergere l'immagine di una famiglia unita e raccolta intorno al focolare domestico nei giorni di Natale, quale simbolo di moralità, onestà e rettitudine. Charles Dickens, anche quando rappresenta quella parte dell'Inghilterra colpita dal malessere sociale, non usa mai un tono totalmente cupo e lascia spazio al sorriso e alla risata liberatoria, al comico e al grottesco. Nei suoi racconti disegna le grandi utopie natalizie facendo spesso ravvedere gli indifferenti e i malvagi, e regalando al suo lettore l'atteso lieto fine.