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I lettori che hanno conosciuto Alison Bechdel leggendo Fun Home, un memoir nel quale scavava nel passato della sua famiglia e si confrontava con l'omosessualità nascosta del padre, saranno felicemente sorpresi di scoprire che l'identità di questa autrice così profondamente letteraria non è legata solo agli scaffali di una biblioteca, ma soprattutto ai tapis roulant di una palestra. Alison Bechdel, infatti, è da sempre ossessionata con l'attività fisica e negli anni si è lasciata travolgere dalla moda del momento: dall'aerobica allo spinning, dalle arti marziali allo yoga, non si è fatta mancare nulla. Eppure, ogni volta, non si è mai sentita pienamente soddisfatta e ha capito che l'allenamento non basta. Per ritrovare se stessi occorre leggere le poesie di Samuel Taylor Coleridge, perdersi nei diari di Dorothy Wordsworth, fare pace con Jack Kerouac e ammirare una pioniera del femminismo come Margaret Fuller. E nelle parole di queste personalità, Bechdel trova il senso profondo delle sue manie salutiste: la paura di non essere accettata. Perché il segreto della forza sovrumana non sta negli addominali scolpiti, ma nel nostro legame con gli altri.