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John Rebus è in pensione da un pezzo, ma la sua memoria no. Per questo, quando nei boschi di Edimburgo viene trovato un cadavere dentro un'auto, lui sa già che si tratta di una Polo rossa e che il corpo è di Stuart Bloom. Scomparso dieci anni prima, la polizia aveva perlustrato a fondo le aree intorno alla città, ma le ricerche si erano risolte in un nulla di fatto. Rebus ricorda bene quella storia: uno di quei casi che ti seguono fino alla tomba. Ma perché solo ora il ritrovamento? La detective Siobhan Clarke, oggi alla guida del caso, cammina su un filo di seta; l'indagine precedente si è lasciata dietro un magma denso di bugie e segreti insabbiati. E dato che a condurla c'era anche John Rebus, mettersi ora a scavare è quasi un azzardo. Ancora una volta Ian Rankin costruisce un impianto narrativo complesso, una casa degli specchi che confonde e disorienta, un teatro delle ombre al cui centro c'è di nuovo lui, John Rebus, scettico e nostalgico, ora tormentato dalla vecchiaia. Ma sempre unico e dolorosamente umano.