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Nell'Inghilterra del XX secolo i duchi di Argyll appartengono all'aristocrazia più tradizionale, la cui prima, inderogabile regola è preservare i beni di famiglia. Così - siamo negli anni Venti - accade che la bellissima Enid si innamori per un istante di Douglas Anstruther e che il momento successivo, quando pensa di non volere quel legame, sia invece ormai destinata al matrimonio, a fornire un erede. Ma la maternità non colma le insoddisfazioni, non risolve il malessere, anzi approfondisce le ferite di Enid, che non sa ritrovarsi e riceve in cambio solo biasimo. Un'ottima spiegazione è un viaggio impressionante tra giardini curati e saloni eleganti dove dalle pareti rimbombano i fraintendimenti. Lì, nelle belle case, le frasi affiorano solide, misurate dai silenzi, e Enid, madre sbagliata annebbiata dall'egoismo, arriverà a vendere il proprio figlio alla sorella per 500 sterline. Eleanor Anstruther esordisce con questo romanzo in cui ripercorre la storia della propria famiglia, dando voce a una figura femminile sfuggente, fuori dai canoni e per questo demonizzata; e nel ritrarre questo enigmatico universo scrive un atto di accusa contro il più cieco perbenismo.