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Quando Dino Lorenzi, il sindaco di Pordenone, viene trovato morto nel suo ufficio in un'umida alba di novembre, sembrano non esserci dubbi: si tratta di suicidio. Ma dove sono finiti il computer e i cellulari del sindaco? In Comune si respira un'aria pesante e sono troppi i dettagli che non tornano, tanti i particolari che non convincono un segugio come il commissario Vidal Tonelli. Inflessibile e brusco, diviso tra il ricordo della moglie morta e la passione per due donne diverse come il giorno e la notte, Tonelli è uno di quei poliziotti che amano la propria terra e soffrono nel vederla soffocata dal cinismo. Perché dove muoiono i sogni, nasce il delitto. Scivolando tra le pieghe dei social network, i banchi del mercato e i tavoli delle vecchie osterie per tastare il polso della gente, il commissario intraprende un viaggio in una città lacerata, divisa tra passato e modernità, che fatica a risollevarsi dalla crisi industriale e subisce il trauma di una morte eccellente, capace di terremotare gli equilibri di potere. Gianni Zanolin interroga i fantasmi di chi decide di giocare al gioco della politica, l'arte del possibile trasformata in difesa dei più forti, per la quale non sono previste riconoscenza o amicizia e tutto il resto è solo colpevole ingenuità.