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In questi racconti Guareschi torna a parlare di sé e della sua famiglia eccentrica e allegra, del suo amore per la Bassa e degli anni della gioventù scapestrata di Parma. Ritornano i personaggi che il lettore ha imparato ad amare - Albertino, la Pasionaria, Margherita - si passeggia per le strade di una Milano ormai scomparsa, dove nacquero il "Candido" e il "Bertoldo", e si riscopre il lontano sapore dell'infanzia tra i campi dorati di grano e le chiome dei pioppi. Gli anni di questi racconti sono ricchi di difficoltà e di speranze, segnati dalla guerra e animati dalle speranze della ricostruzione. Su tutto lo sguardo di Guareschi - tutt'altro che qualunque - che li ripropone al lettore con la leggerezza e l'ironia che lo hanno fatto amare. Il che, come avrebbe detto lui, "è bello e istruttivo".