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Ciro ha quasi quarant'anni e di motivi per andarsene dal suo paese ne aveva parecchi. Primo fra tutti, lasciarsi alle spalle un'adolescenza passata in ospedale e segnata dal diabete. Ora che la vita l'ha costretto a ritornare, non gli resta che riconciliarsi con il luogo simbolo della sua infanzia: il monte che monte non è., s. Si segue un sentiero che si snoda tra un bosco di querce, olmi e pini. All'ombra di quegli alberi, vivono funghi, rospi e una miriade di ragni e insetti: un'orchestra di rami, zampe e radici nella quale Giro si addentra ogni giorno, scoprendo un legame sempre più profondo tra le origini del suo male e i segreti di quell'angolo di natura. Nasce così una storia d'amore sui generis, un'autobiografia che si sporca di finzione per dar voce a una realtà indicibile. Un libro in cui parole e immagini scavano per riesumare il cuore della nostra rabbia bambina, della nostra irriducibile innocenza.