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"Settembre e ottobre sono i due mesi peggiori dell'anno russo. Sotto un cielo grigio e basso la pioggia non smetteva di cadere, inzuppando tutto. Si camminava su un fango spesso, sdrucciolevole, attaccaticcio, la nebbia gelida invadeva le strade. Nelle case gli uomini montavano la guardia a turno armati di fucile. Karsavina danzava un nuovo balletto al Teatro Mariinksij." Così scriveva il giornalista americano John Reed, che nel 1917 si trovò a Pietrogrado proprio allo scoppio della Rivoluzione d'Ottobre. Assistendo in prima persona ai momenti decisivi dell'insurrezione, l'autore potè fornire un resoconto dettagliato delle giornate in cui i bolscevichi, alla testa degli operai e dei soldati, presero il potere e lo diedero ai Soviet. Un brano di storia breve, ma intenso e determinante, che Reed ha tradotto per l'Occidente, rendendo universale il messaggio delle giornate russe. Il suo racconto è una cronaca precisa e concreta che ci restituisce in tutta la loro pienezza gli episodi, i protagonisti e le passioni di un evento che ha segnato il corso del Novecento.