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Antonello Venditti è diretto a una di quelle cene romane in cui "non ricordi più chi era invitato e chi no". Mentre parcheggia l'auto su un Lungotevere inspiegabilmente deserto, si imbatte in una sconosciuta, Laura, appena rimasta vittima di una mitologica tempesta di guano. Inizia così, con un segno grottesco e profetico dal cielo, il viaggio a tappe dentro la città eterna e la sua notte: dialogando con Laura, che romana non è, Venditti individua sette vizi "capitali" di Roma, alcuni atavici, altri di nuova generazione, che contribuiscono a vestirla di quella pelle controversa, affascinante e malinconica che la rende unica nel mondo. Il cantante simbolo della capitale ci regala una favola moderna e ricca di ironia, un'immersione nelle ricchezze (molte) e nelle bassezze (almeno altrettante) di Roma, alla quale Venditti rivolge il suo odi et amo appassionato e sincero.