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Dall'infanzia e la giovinezza in Svizzera, dove matura la decisione di farsi sacerdote, agli anni dell'insegnamento universitario e della maturità a Tubinga, Hans Küng, il teologo "ribelle", narra una vita di fede e di battaglie per il rinnovamento della Chiesa, in nome di un cristianesimo che muova dal Vangelo e da Gesù Cristo e sappia cogliere i bisogni dell'uomo di oggi. Dopo gli studi romani al Collegio Germanicum et Hungaricum e il dottorato a Parigi, Küng inizia una brillante carriera all'università di Tubinga che lo porta a partecipare al Concilio Vaticano II come perito, a fianco di Joseph Ratzinger. In un'udienza privata, Paolo VI gli chiede di entrare nel servizio della Chiesa, ma Küng non accetta. In seguito, di fronte a una gerarchia cattolica che tradisce le speranze conciliari e si rivela sempre più sorda alle mutate esigenze dei credenti, scrive libri che gli regalano fama mondiale e diventa una delle voci cattoliche progressiste più ascoltate. La controversia con la gerarchia si fa sempre più acuta fino a culminare, nel 1979, con la revoca della Missio canonica, la licenza all'insegnamento della teologia cattolica, dopo la quale Küng passa a insegnare presso l'Istituto per la ricerca ecumenica dell'università. Il provvedimento gli fornisce così l'occasione di avviare iniziative per promuovere il dialogo interreligioso e il Progetto per un'etica mondiale.