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Alessandria, 1940. All'inizio di un autunno più nero che mai, Onofrio Scipioni detto Dede, delinquente di bassa lega e vecchia conoscenza della polizia locale, viene ritrovato morto nel suo appartamento. La spietata esecuzione due colpi alla schiena, uno alla nuca - diventa l'incubo di un'intera comunità, intorpidita dai ritmi lenti della provincia e dei turni in fabbrica. Tra i borghi nebbiosi di Alessandria, i folgoranti successi militari del regime, che da tre mesi ha trascinato l'Italia in guerra, infervorano gli animi, ma non quello del commissario Augusto Maria Bendicò. Uomo di poche parole e dall'ironia affilata, ha ben altro per la testa: l'improvvisa morte della moglie ha lasciato nel suo cuore un vuoto incolmabile, proprio quando inizia l'indagine sul caso Scipioni. E l'impatto con la verità che sta venendo a galla è sconvolgente: Dede non era il piccolo criminale che tutti credevano, ma il capo indiscusso di un giro di scommesse, prostituzione, contrabbando. La città si scoperchia così su un mondo schiacciato dal peso del ricatto e dello scandalo, mandando in frantumi le certezze di molti. Per consegnare un colpevole all'odiato questore Zappìa, però, il commissario dovrà scavare ancora più a fondo, nella propria coscienza e in quella di un Paese che sembra aver perso del tutto l'innocenza.