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Quindici anni fa Ida Magli è stata una delle prime studiose autorevoli a schierarsi nettamente contro l'idea di un'Unione Europea, mostrandone i limiti, le storture e gli errori d'impostazione. Oggi, con la crisi dell'euro e il collasso di interi Stati, davanti a crescenti spinte separatiste e ai molti "no" sul progetto di costituzione unica, i fatti le danno ragione. L'unificazione è stata portata avanti per tentativi ed errori, e cinquecento milioni di persone diverse per lingua, storia, religione e costumi si sono ritrovate loro malgrado parte di una realtà che conoscono male e di cui nessuno gli parla. I vantaggi promessi non sono mai venuti, e l'UE pare solo un moltiplicatore di poltrone ad uso dei politici. In questo saggio fortemente polemico l'autrice affronta un argomento che pare tabù, indicandoci i responsabili di un progetto nato male, in cui gli stessi governanti non hanno fiducia. E, tra le ammissioni di giornalisti, politici, amministratori, industriali e uomini di Chiesa, ci mostra come nessuno si stia opponendo a quello che ritiene un processo disastroso ma inarrestabile.