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"Sono stati scritti libri su libri sulla giovinezza, e ancora di più sulle complesse e ardue esperienze legate alla procreazione, ma non c'è granché sull'invecchiamento. E visto che ho imboccato ormai da un po' quella strada, mi sono detta: Perché non provarci? E quindi ecco, ci provo." Non è una persona comune, Diana Athill. Dopo aver speso la vita tra libri e scrittori come editor di una influente casa editrice inglese, si è scoperta lei stessa autrice e a novantun'anni, con diversi best seller alle spalle, ha deciso di raccontare, senza falsi pudori, senza veli, senza paure, non tanto cosa c'è stato prima, quanto cosa succede ora. Cosa vuol dire invecchiare? Probabilmente combattere contro una serie di disfunzioni del corpo, non provare più interesse per il sesso o la narrativa, fare un uso più morigerato del rossetto. Ma anche sentirsi infine liberi di essere solo e gloriosamente se stessi, senza più volere o dover rendere conto agli altri. Spensierato, ironico, franco, questo libro affronta l'ultimo grande tabù dei nostri tempi. E ne esce splendidamente vincitore.