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La politica della falsità è stata la causa del recente crollo dei colossi finanziari catapultandoci in una disastrosa crisi economica. È quindi ora di curare le nostre società dal malcostume della menzogna che le rende opache e vulnerabili: dall'innocua bugia detta al capo fino a quelle planetarie delle multinazionali, dal curriculum falsificato alla promessa elettorale disattesa. Viviamo un'epoca di cambiamenti rapidissimi che possono essere interpretati e affrontati soltanto grazie a un insieme di competenze diverse, e mettendo in comune le informazioni. Occorre quindi sostituire il modello classico della leadership autoritaria con una cooperazione tra alto e basso permeabile ai rinnovamenti e in grado di raccogliere gli input del controllo collettivo. Oggi basta un clic per smascherare chi bara: blog, quotidiani online, motori di ricerca sono le nuove piazze aperte alla denuncia e alla testimonianza di consumatori e cittadini a cui conviene esercitare quanto più possibile il diritto alla chiarezza. Ma in realtà anche leader e aziende possono trarre vantaggio dal dovere complementare che impone di diffondere i dati e giustificare le proprie scelte. Perché, come dimostrano i guru della consulenza aziendale Daniel Goleman, Warren Bennis e James O'Toole, la trasparenza non è sempre la scelta più facile, o più conveniente nel breve periodo ma è la chiave grazie a cui un leader, una società, un mercato possono recuperare la fiducia dei loro interlocutori.