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I più anziani tra loro avevano solo trent'anni: furono la più dirompente ed esplosiva avanguardia italiana. I futuristi animarono una ribellione globale che, dalla pittura alla letteratura, dalla musica alla radio, dalla fotografia alla gastronomia, volle scardinare le convenzioni e infiammare una generazione. L'arte doveva uscire dal chiuso di musei e biblioteche per riversarsi all'aperto delle capitali moderne. E nei loro volantini e manifesti, diffusi in tutte le città - e qui raccolti in un'antologia polifonica e innovativa -, vennero racchiuse le idee più provocatorie e temerarie, decise a proclamare l'inizio di un'epoca nuova. Sperimentali, potenti, contraddittori, i testi proposti restituiscono quella unione di dinamismo e violenza, audacia e ambizione, visionarietà e forza tipica del futurismo, che segnò in modo indelebile la letteratura, l'arte e la politica del primo Novecento.