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Nel 1943, dopo la caduta del regime, Davide Lajolo, che aveva aderito al fascismo e aveva partecipato come tenente dell'esercito italiano alla guerra civile spagnola, vive a trent'anni una profonda crisi politica e culturale e diventa partigiano sulle sue colline con il nome di Ulisse. Vent'anni dopo pubblica questo libro, in cui mette a confronto la sua esperienza, comune a molti altri giovani della sua generazione, con quella di un comunista sempre coerente, Francesco Scotti, anche lui combattente in Spagna, ma dalla parte opposta, con le Brigate internazionali. Davide Lajolo assume come tema del libro proprio l'accusa di essere un voltagabbana per confessare con sincerità e rigore le sue contraddizioni politiche e rimarcare la sua coerenza morale.