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Retore, conferenziere, libellista, poligrafo, Luciano è una delle figure più singolari della letteratura greca. Questo volume raccoglie tre libelli - "I filosofi all'asta", "Il pescatore o i redivivi", "La morte di Peregrino" - che attaccano i filosofi e i loro sistemi. Nel primo libello, nessun filosofo si salva, né Socrate, né Pitagora, né il cinico Diogene; nel secondo, i filosofi trascinano Luciano in tribunale, ma quest'ultimo si difende confondendo gli accusatori; nell'ultimo vengono esposti al pubblico ludibrio gli pseudo taumaturghi e santoni che ricavano denaro facendo leva sul misticismo irrazionale diffuso in quel tempo.