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Questo volume è l'opera che dà a Manet il suo posto nella storia dell'arte, un grandissimo artista che ha subito l'ostilità di pubblico e critici (non degli artisti, che lo consideravano il maestro) e che resta ancora scomodo perché l'oggi è figlio di quel mondo che Manet mise a nudo. Noto per il capitale lavoro su Goya, l'artista rivoluzionario a cavallo tra '700 e '800, Licht prosegue con Manet, nato poco dopo la morte di Goya (1833-1883), l'artista più complesso di tutto l'Ottocento. Ma per Licht «forse il più grande tra gli artisti del XIX secolo che hanno raggiunto potenza e profondità espressiva sempre maggiori attraverso il loro instancabile sforzo di cogliere l'autentico significato della vita contemporanea, mettendo infatti del presente in aperto conflitto con gli ideali del passato». Manet è un borghese ma non è un "impressionista", pur avendo aiutato e difeso il movimento di cui però non poteva condividere la fiduciosa serenità e neutralità morale che ha fatto, e fa ancora, dell'impressionismo lo stile ideale di una borghesia che cerca di evitare con tutti i mezzi ogni cosa che le ricordi le contraddizioni, le trappole e le tragedie dell'esistenza moderna. Manet non cercava lo scandalo ma svelava la realtà della sua classe; così Colazione sull'erba, Olimpia e non solo furono opere che destarono scalpore.