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La cappella del Rosario presso il convento delle suore domenicane di Vence, nel Sud della Francia, è un'opera "totale" di un grande maestro del XX secolo: Henri Matisse. Così lui la definiva "la mia opera", e ad essa lavorò nell'ultimo decennio della sua vita. Nel 1941 Matisse, convalescente a Nizza, suo luogo di elezione per la luce mediterranea, è curato da una giovane infermiera che, a guarigione avvenuta, decide di farsi suora. Ma tra i due è scattata un'intesa spirituale. Lei stessa, ammalata, tornerà a riparsi in un convento domenicano a Vence dove si incontrerà nuovamente con Matisse. Il convento necessita di una cappella. L'ordine domenicano, nell'immediato dopoguerra, è all'avanguardia nel costruire chiese e nel commissionare vetrate e arredi liturgici affidandosi ai maggiori artisti contemporanei. Matisse ha carta bianca, fa tutto: un'architettura di luce semplice e razionale con vetrate che vestono di colore la cappella. L'ambiente è decorato con grandi pannelli di mattonelle in ceramica bianca disegnate con un largo tratto di pennello nero. Una stupenda Madonna con Bambino, una superba Via Crucis e un gran San Domenico. Tutto è luce, tutto è colore e spirito. Siamo di fronte a un capolavoro assoluto dell'arte contemporanea e dell'arte sacra ad un tempo. Per la prima volta una équipe fotografica ha avuto a disposizione la cappella per un giorno e una notte: gli scatti, le inquadrature e il montaggio sono assolutamente inediti.