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Stressato dalla convulsa vita in città e dalle angustie professionali, un avvocato coglie l'occasione di un viaggio fuori dalle rotte comuni per una boccata d'ossigeno a Santiago de Compostela: ha solo voglia di "staccare" dalla routine e vivere una parentesi, seppur breve, divenendo "altro" da quello che è. Con baldanza giovanile a dispetto dell'età, mette piede sul Camino e dà inizio alla sua avventura. Confonde il suo passo con i milioni di passi che nel corso dei secoli hanno battuto lo stesso sentiero, esaltandosi nella "riscoperta del Medioevo". Nel collegamento ideale col passato, il viaggio comincia a diventare qualcosa d'altro dallo sforzo atletico, in simbiosi con l'ambiente naturale integro. Nascono panorami nuovi nel rapporto con quanti, fianco a fianco, vengono a marciare da ogni parte del mondo. Ci si incammina in gruppi o da soli, tutti nella stessa direzione. Via via si scopre intruso in un mondo che non gli appartiene; e questo sentimento si schiarisce quando entra nelle chiese lungo il percorso e le visita timidamente, come dovesse superare un immaginario ponte levatoio. Ne nasce una lacerazione intima per l'impossibilità di far parte a pieno titolo della stessa famiglia; e, ripensando al passato, raggiunge i luoghi dell'infanzia con i rudimenti della formazione religiosa: il conflitto tra "fede" e "ragione" si rafforza e l'irrequieto marciatore resta in bilico in tale contraddizione, vissuta con un duro scavo interiore anche quando è immerso nella più allegra compagnia.