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La preghiera fu l'occupazione preferita di John Henry Newman. Scandì tutti i suoi giorni, assumendo aspetti nuovi nelle fasi successive della sua vita. Lo accompagnò e lo confortò, in maniera progressiva, sia nel periodo anglicano, sia dopo la conversione alla Chiesa cattolica, avvenuta nel 1845, quando aveva quarantaquattro anni. Egli non tenne chiusa in sé un'esperienza così importante, ma ne fece materia di riflessione per comprenderla meglio e per portarla alla conoscenza degli altri. In questa elaborazione non si limitò a rivelare i suoi sentimenti personali, ma li arricchì con lo studio di quelle che potremmo chiamare le fonti della sua preghiera: la Bibbia, la Tradizione, soprattutto quella dei Padri, i Teologi anglicani del Seicento (Caroline Divines), il Prayer Book (il libro della preghiera anglicana per tutti i tempi dell'anno). Forte della sua esperienza personale e dell'insegnamento di fonti così autorevoli, egli trattò della preghiera negli scritti e nelle prediche e vi dedicò esplicitamente alcuni sermoni. Nell'insieme Newman ci presenta un tipo di preghiera biblico e patristico, nobile e sostenuto, a volte anche popolare, che non concede nulla alla superficialità e all'improvvisazione. Con le sue geniali intuizioni egli ha portato un contributo di novità e di profondità nella dottrina della preghiera.