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A prima vista può sembrare strano associare e proporre in un unico volumetto i profili di Bernardo di Clairvaux e di Tommaso d'Aquino, icona del monaco, il primo, al quale convengono il chiostro e la contemplazione, e modello del maestro di scuola, il secondo, al quale si addicono l'università e le questioni. E, infatti, dalle pagine rapide ma nitide e incisive che Inos Biffi dedica loro, le due figure risaltano nella loro precisa e distinta identità, ognuna con la genialità propria inconfondibile. Due "capolavori" di umanità e di Chiesa, eloquenti testimoni, l'uno e l'altro, della sorprendente e multiforme ricchezza del "mirabile medioevo". D'altronde, riconosciuta la diversità tra l'abate di Clairvaux e il docente di Parigi, a una lettura più penetrante non risalta meno la loro intima sintonia e convergenza. Le loro "teologie" divergono e, pure, tutte e due - quella monastica di Bernardo e quella scolastica di Tommaso - nascono dalla stessa passione per "il mistero".