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L'ateismo filosofico porta necessariamente con sé una concezione democratica e trasparente del potere? Il pensiero eterodosso dei philosophes, che si autoproclama nemico assoluto dell'impostura religiosa, in ambito politico declina sempre tale lotta anti-oscurantista in chiave egualitaria? Il volume, indagando il rapporto tra philosophes e populace, riflette sulla distanza rintracciabile nelle opere degli enciclopedisti tra la dimensione teoretica - in cui spiccano dichiarazioni dai toni progressisti - e quella pratica - in cui non mancano tracce del conservatorismo aristocratico seicentesco riletto alla luce delle preoccupazioni della borghesia nascente -. Muovendosi tra i concetti di impostura e dissimulazione, lo studio rilegge in ottica anti-riduzionistica le ambiguità e le contraddizioni che definiscono nella sfera pubblica la relazione tra la filosofia dei Lumi e la religione, intesa come utile strumento di governo.