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Con l'approvazione nel 1990 della cosiddetta Legge Amato prese il via una profonda trasformazione del sistema bancario italiano, con la separazione dell'attività creditizia delle Banche del Monte e delle Casse di Risparmio da quella filantropica, favorendo da una parte la concentrazione degli istituti bancari e dall'altra la nascita di un nuovo ente non profit: le Fondazioni. Il successo esemplare della Legge Amato però non è bastato a tenerla al riparo da critiche e contese, soprattutto rispetto alla natura - pubblica o privata - degli «enti conferenti». A distanza di trent'anni, chi l'ha ideata e ne ha seguito l'evoluzione fino alle più recenti acquisizioni in ambito giuridico (come il Protocollo ACRI-MEF) si interroga in queste pagine sui suoi effetti e sulle sue ricadute, confrontandosi con chi è chiamato oggi ad applicarla, ai massimi livelli istituzionali, nel pubblico e nel privato.