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La crisi sanitaria ha trasformato le relazioni tra Stato e cittadini, conducendo a limitazioni temporanee dei diritti fondamentali e facendo emergere conflitti tra le due dimensioni della salute, come diritto della persona e come diritto della comunità, e tra il diritto alla salute e le esigenze del sistema economico. Per far fronte all'emergenza, si è modificato il tradizionale equilibrio tra i poteri dello Stato, in una prospettiva in cui il tempo dell'emergenza sembra proiettarsi ancora a lungo sul futuro. La pandemia ha inoltre potenziato la centralità del digitale, dall'utilizzo di software di intelligenza artificiale per il tracciamento del contagio alla nuova connettività del lavoro remoto, passando per la telemedicina. Le nuove tecnologie svolgono un ruolo di prevenzione e controllo, ma pongono anche delicate questioni costituzionali: come tutelare la privacy individuale di fronte al Panopticon digitale? Come inquadrare lo statuto delle piattaforme digitali, veri e propri poteri tecnologici privati, all'interno dei nostri ordinamenti? La ricerca presentata in questo volume e nei due volumi collegati propone le riflessioni su questi temi di studiosi afferenti a una moltitudine di aree disciplinari: medici, giuristi, ingegneri, esperti di robotica e di IA analizzano gli effetti dell'emergenza sanitaria sulla tenuta del modello democratico occidentale, con l'obiettivo di aprire una riflessione sulle linee guida per la ricostruzione del Paese, oltre la pandemia. In particolare, questo secondo volume affronta gli aspetti legati all'etica e ai diritti, al welfare e all'economia, presentando in chiusura le esperienze di Campania, Lombardia e Veneto.