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Il volume presenta i risultati di un'indagine qualitativa che ha messo a confronto i comportamenti di famiglie con figli con Trisomia 21 (Sindrome di Down) e Autismo con lieve bisogno di supporto. Il lavoro sul campo ha previsto la conduzione di interviste e un periodo di osservazione presso due nuclei familiari. Dall'analisi delle principali strategie di resistenza messe in atto - negazione normalizzante e medicalizzazione - emerge chiaramente la mancanza di un linguaggio specifico col quale definire e trattare la disabilità, al di là dei due paradigmi dominanti, ovvero quello biomedico e quello di matrice religiosa. Nonostante le differenze nella percezione sociale e nelle caratteristiche distintive delle due condizioni oggetto dello studio, gli effetti che la loro stigmatizzazione comporta sono molto simili: adolescenti e adulti con disabilità cognitiva non hanno ruoli sociali e riferimenti identitari positivi con i quali identificarsi, con l'unica eccezione della retorica della neurodiversità.