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Le regioni a statuto ordinario, in Italia, hanno vissuto tre stagioni: l'attesa per l'attuazione costituzionale (1948-1970); la nascita e il primo sviluppo (1970-2000); l'acquisizione di nuovi poteri, fondi e funzioni (riforma del Titolo V, elezione diretta dei presidenti delle Giunte, possibilità di richiedere ulteriori forme di autonomia). Sul piano elettorale, quello che dal 1970 al 1990 è stato vissuto dalla classe politica come un test, ha continuato nel trentennio successivo - nonostante le riforme e la personalizzazione della battaglia fra gli aspiranti «presidenti» locali - a rappresentare un terreno di scontro nazionale. Il volume, che conclude la trilogia sul comportamento elettorale iniziata con «Capitali regionali» e proseguita con «Le elezioni europee in Italia» traccia il rapporto fra elettori, particolarità del voto regionale e quadro politico nazionale, alla luce dei mutamenti sociali, economici, istituzionali. Particolare attenzione è rivolta alle differenze di voto fra capoluoghi di regione e altri comuni e fra aree geopolitiche del Paese. Un vasto apparato di tabelle documenta gli esiti del voto dal 1970 a oggi.