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«Cronache minori, quotidiane, granelli di crudeltà e di miseria, di mistero e di eventuale dolcezza che nei secoli hanno nutrito la clessidra della storia» La Stampa - Tuttolibri Dalmati, ebrei, slavi, italiani, austriaci, ungheresi; chierici e artigiani, commercianti e schiave, signori e «poareti» che il destino trascina da una parte all'altra dell'Adriatico, in un andirivieni secolare che avvicina le due sponde e le collega in un unico spazio culturale e umano: sono questi i protagonisti delle «Storie di Adriatico», dal povero costruttore di balestre che muore di tortura a Ragusa al chierico slavo ucciso dalla tisi in un sottoscala a Fermo, dalla bella schiava d'oltremare finita in un convento italiano alla giovanissima dalmata serva ad Ancona, amata da un buon vecchio e poi scomparsa chissà dove. Storie tutte che raccontano quel che la storiografia non riesce a esprimere: il senso della vita e del destino individuale, della «creaturalità» degli uomini, del loro non memorabile trascorrere sulla terra.