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L'autrice introduce innanzitutto il genere della tragedia, ripercorrendone le origini ed esponendone gli elementi fondamentali (il coro, i personaggi, l'azione). Poi esamina partitamente la produzione a noi giunta dei tre grandi tragici: Eschilo, Sofocle ed Euripide, una stupefacente fioritura tutta compresa in ottant'anni scarsi del quinto secolo a.C. Il capitolo finale mette in guardia contro le deformazioni che inevitabilmente accade di introdurre considerando un teatro che è all'origine della nozione occidentale di tragico, e che ha finito per dare un linguaggio alle nostre emozioni, e discute gli elementi che complessivamente costituiscono le fonti dell'ispirazione di quel teatro e insieme l'appiglio per attualizzazioni indebite.