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Nel 1861 il 78 per cento della popolazione italiana di oltre sei anni era costituita da analfabeti. Nel 1911 era scesa al 46 per cento. Fra i protagonisti della lotta contro l'analfabetismo ci furono le scuole per gli adulti. Risalendo alla situazione ereditata dagli stati preunitari, l'autore illustra le iniziative adottate dal governo e da numerose istituzioni private per sviluppare il reticolo di scuole rivolte agli adulti, ai fanciulli che non potevano seguire i corsi regolari, ai carcerati, ai militari. Dopo le speranze suscitate da una prima impennata, negli ultimi decenni del secolo queste scuole declinarono, complice la cronica scarsità di risorse destinate all'istruzione.