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La categoria di cultura popolare conosce ampia fortuna in Italia nella seconda metà del Novecento, grazie soprattutto all'influenza di Gramsci e ai concetti di egemonia e subalternità. Autori come De Martino e Cirese innovano fortemente la tradizione classica degli studi di folklore, creando una nuova disciplina «demologica». Il libro ricostruisce gli sviluppi della demologia e il suo attuale declino, a fronte dell'ingresso in scena dei consumi culturali di massa; propone quindi casi di studio che articolano la riflessione sulla cultura popolare nell'ambito della società globale e mediale contemporanea.